Stampa

frammenti di adolescenza 2Recensione sullo spettacolo teatrale ' Frammenti di Adolescenza'

Il 30 gennaio nell'Auditorium della Scuola Media di Frascineto e il 21 febbraio 2019,nella Casa della Musica di Lungro, si è tenuta la rappresentazione teatrale 'Frammenti di Adolescenza', esito del Progetto Teatro dell'Istituto Omnicomprensivo del 'Polo Arbëresh' di Lungro, realizzato con i fondi PON.

La direzione dell'attività teatrale è stata affidata a Casimiro Gatto, in qualità di esperto esterno, con la collaborazione di Katia Sartori e Andrea Magnelli, con  la coordinazione della prof.ssa Maria Marrone e con le prof.sse Ida Malfona e Maria Pia Miranda impegnate come  tutor.

Fruitori del Progetto sono stati 14 studenti del Liceo Scientifico 'Santoianni ' di Lungro e dell'Ipsia, appartenenti alle classi del secondo biennio e ultimo anno: Beatrice Antolino, Maria Raffaella Basile, Nella Laura Crescente,Salvatore Capparelli,Vittoria Pia De Tommaso, Irene Forte, Maria Caterina Filpo, Martina Ferraro, Vittoria Pia Guaglianone, Rosanna Matrangolo, Nicola Mele, Lara Russo, Rossana Russo e Antonio Senise.

Il testo teatrale è stato caratterizzato da Monologhi, dialoghi, canzoni, scenette comiche e balletti, progettate dagli gli studenti, che hanno raccontato con simpatia, ironia e profondità il loro modo di vivere il tempo dell'adolescenza e di percepire il mondo degli adulti fatto di contraddizioni, ambivalenze, conflitti e incomprensioni.

A fare da collante tra le scene di recitazione sono state le canzoni  'Creep Radioheard, All of me Iohn Legend, e 'Le tasche piene di sassi' di Giovanotti cantate da Rosanna Matrangolo, accompagnata alla chitarra da Nicola Mele e alcuni balletti  sulle note delle canzoni:'L'esercito dei selfie' di Takagi & Ketra e 'Believer' di Imagine Dragons.                                                                    

I ragazzi coinvolti nei monologhi, hanno testimoniato il disagio di crescere quando si è tra i banchi di scuola, ognuno di loro ha raccontato la volontà di costruire una propria personalità autentica e capace di farsi strada tra mille condizionamenti e tante fragilità. I messaggi che hanno veicolato sono stati tratti da alcuni  testi molto significativi come dal libro ' Quello che ho da dirvi, autoritratto delle ragazze e dei ragazzi italiani', di  Giuseppe Calicetti e Giulio Mozzi.                                        

Gli studenti padroneggiando il lessico dei sentimenti adolescenziali, attraverso un collage di voci diverse: stridule, imploranti, sarcastiche, hanno saputo rappresentare le situazioni della vita quotidiana: l’ambivalenza dei sentimenti verso il mondo degli adulti ma anche verso se stessi e verso i propri pari; la noia scolastica, le conversazioni a tavola, il manifesto di Jim Morrison in camera, la cucina come unico luogo nel quale si può parlare con la madre, la sigaretta , Facebook, Istagram, il selfie continuo del più mi riprendo e più divento evanescente.

Il momento più toccante è stato quando sulla scena Laura Crescente ha interpretato la storia di una preadolescente che aveva vissuto il dramma di una gravidanza precoce e di un aborto che non si può cancellare perché lascia un vuoto profondo, una cicatrice che  a differenza di quella sul viso lasciato dalla varicella, non si toglie neanche con il laser. Laura ha messo bene in evidenza come l'universo mentale ed emotivo di un'adolescente di oggi può rimanere sconosciuto perfino ai propri genitori, in un travaglio interiore infinitamente doloroso quasi impossibile da sopportare a quella tenera età che di tenero conserva ben poco.                                                                                                                  

Il brano è tratto dal romanzo della giornalista e scrittrice Marida Lombardo Pijola, dal titolo 'Ho dodici anni,faccio la cubista, mi chiamano Principessa' che il regista ha utilizzato per narrare l'incomunicabilità familiare, la deriva di bullismo e la promiscuità sessuale  che il mondo dei preadolescenti e adolescenti vive dentro e fuori la scuola, oggi. Ne è venuto fuori uno spaccato di realtà giovanile per niente rassicurante che interroga il mondo degli adulti sulla validità dei modi con i quali solitamente ci si rapporta agli adolescenti.                                                                  

Dopo aver visto lo spettacolo, si può sicuramente affermare che il teatro è una delle forme migliori per valorizzare le loro potenzialità e farli maturare verso una consapevolezza maggiore di se stessi, trasformando le fragilità, le timidezze, le paure, le ipersensibilità in chiavi positive per vivere e crescere con più leggerezza tra  le contraddizioni della vita.

Lungro 23/02/2019                                                                                      Filomena Lanzilotta